Citerei Rocky Balboa, per introdurre la splendida esperienza albanese: “Quando sono venuto qui non sapevo cosa mi aspettava”. La mia decisione di trascorrere una settimana in Albania parte da lontano e ha inizio durante un viaggio in macchina, in cui un amico francese parla delle vacanze di alcuni connazionali sulle coste del sud.
Incuriosito, cerco disperatamente informazioni e m’imbatto in un ragazzo italiano, Gianmario (ancora grazie!), che mi fa un resoconto dettagliato dei luoghi da visitare, situazione delle strade, località marine da non perdere. Fiducioso, chiedo conferma ad un caro amico di Tirana (in Italia da ormai 15 anni) il quale, pur stupito, mi invita caldamente a provare l’esperienza. Detto, fatto: con la mia fidanzata, organizziamo volo, noleggio auto e prime tre notti.
Arriviamo a Tirana mercoledì 6 agosto e scopriamo una città molto bella, gente aperta e molto disponibile. La ragazza della pensione in cui stiamo parla fluentemente italiano e ci invita ad unirci a lei e ad alcuni amici per una birra, decliniamo gentilmente e, guida alla mano, andiamo alla scoperta di Blloku. Al ristorante troviamo un cameriere squisito (nel senso di gentile…), pare di mangiare a casa. Il giorno seguente lo dedichiamo a visitare altri quartieri della capitale: curioso, ma non riesco a togliermi dalla testa, quell’orribile piramide!
Alle 17 ritiriamo la mitica Skoda che ci scarrozzerà su e giù per il paese. Destinazione Berat: arriviamo fino ad Elbasan, da lì è puro orientamento. Scoppia una tempesta perfetta e ci dobbiamo arrangiare. Ma in qualche modo, dopo molte ore, arriviamo nella suggestiva cittadina patrimonio Unesco ed è anche merito di due fantastici contadini che, pur non parlando né italiano né inglese, mettono un entusiasmo incredibile nel fornirci indicazioni. Si sporgono fin dentro l’abitacolo e hanno un’aria trionfale quando ripartiamo di slancio verso Berat. Siamo stanchi ed andiamo a nanna presto.
Il mattino lo dedichiamo alle cascate di Bogova - una passeggiata piuttosto complicata ma dal finale di sicuro effetto - il pomeriggio al castello di Berat. Ceniamo su una splendida terrazza, poi a letto: ci aspetta il mare di Ksamil.
Prenotiamo la sera prima le nostre 3 notti. Ma quando arriviamo brutta sorpresa: tutto già assegnato. Dopo il primo momento di sconforto, andiamo a caccia di una sistemazione, “a mano”: troviamo, per caso, una coppia di adorabili anziani che ci lascia la loro abitazione (mentre loro trascorrono la notte sulla veranda), alcune uova fresche di gallina e una borsa piena di prugne. In mezzo a tanto sole e mare azzurro, troviamo il tempo per un sacco di foto di Butrinti.
Martedì 12 ripartiamo verso il nord, l’aereo di ritorno, ahimè, incombe. Prenotiamo una stanza a Spille, stesso risultato: overbooking. Nessun problema: ci concediamo una notte di lusso a Tirana e una supercena a Blloku, regno delle Land Rover.
Riportiamo la macchina e l’abbracciamo idealmente: ne abbiamo passate tante, insieme. Mentre l’aereo decolla, terminiamo la lettura della storia albanese (a grandi, grandissime linee) e penso: penso alle persone che abbiamo conosciuto; ai posti che abbiamo visitato; ai ricordi che abbiamo lasciato. Ma soprattutto penso che, nonostante le strade e gli imprevisti, sia stata una delle vacanze più belle della mia vita.
Non mi aspettavo tanta ospitalità e così tanta civiltà. I paesaggi, quelli ormai si possono vedere ovunque. Con le persone non basta, le devi conoscere.
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RispondiEliminavacanze a ksamil