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Anche gli idraulici hanno un cuore, a volte otturato d'amore |
Mamma quanta polvere qui sopra...Oh. Salve a tutti: forse vi ricorderete di me per il pezzo sul muscoloso Danny Merlo. Prima comunque ho scritto molto altro. Quasi tutto, in questo blog. Di quella volta in cui, ad esempio, la fu New Team vinse la coppa.
Ma anche della trappetta e di quella volta in cui Fabio Palladino non riuscì a colpire il festone con la testa.
Tanti, tantissimi ricordi. Momenti felici, momenti tristi, momenti medi. Alcuni a modulazione di frequenza. Mi viene in mente, tra i molti, un soggetto (così dicono qui a Bologna) che nulla c'entra con Cherasco e gli anni cuneesi. Era un vicino di casa nel periodo in cui mi trovavo sotto protezione. Breve flashback: mi trovavo sotto protezione perché ero stato testimone di nozze. Comunque. Vicino a noi abitava A.M., un buonuomo tutto di un pezzo e dal soprannome buffo: lo scurreggione. Laureato a Eton in idraulica, con una tesi sul funzionamento della caldaia a pellet, lo scurreggione aveva messo da parte un bel gruzzolo e viveva di quello che le sue parcelle a sei zeri (l'euro arrivò solo molto tempo dopo) gli offrivano. Amava la bella vita, fare tanta aria dal deretano, il cibo, le bionde ma soprattutto amava "colorire" i discorsi con peculiari espressioni gergali. E si esprimeva ad un volume considerevole. Qualche riparazione la fece anche in casa nostra: non scorderò mai che cosa diventavano i grandi successi degli Oasis una volta usciti dalla radio, entrati e rielaborati dal cervello di A. e nuovamente usciti dalla sua bocca. Più che masticarlo, l'inglese, lo sputava.
Gli anni passavano, A. si comprò un cane molto grosso e minaccioso, si ruppe i legamenti del ginocchio e fu lasciato dalla moglie, invaghitasi di un perfetto sconosciuto. Non tutto insieme, ovviamente. Non so cosa stia facendo adesso. So solo che una volta mi diede una mano a sfondare il vetro della mansarda perché avevo lasciato le chiavi dentro casa. Fu abile motivatore ma soprattutto capì al volo che la ragazza che avevo al mio fianco beh non era quella giusta. Non usò giri di parole: con lei presente e mentre io ero in bilico, mi urlava di "Non sposarla questa qui! É una rompicoglioni...". Aveva perfettamente ragione. L'estrema pesantezza e l'insana passione della mia fidanzata di allora per quella parte anatomica (sopratutto altrui) emersero prepotentemente qualche anno dopo. A conferma del raro talento di A.M. nel comprendere al volo le persone.
Un'abilità che lo scurreggione esibiva nei più disparati ambiti del quotidiano. Un esempio su tutti: quando avvistava una donna incinta, soleva dire "Quella ha scherzato col cazzo!". Ecco chi era A.: uno in grado di sondare immediatamente il passato ma anche di prevedere il futuro. Per questo motivo, in suo onore, ho deciso che il prossimo anno e per tutti quelli a venire, la seconda domenica di maggio non sarà la "Festa della Mamma", ma la "Festa di quelle che hanno scherzato col cazzo". Sono le piccole vicende delle persone comuni che fanno la storia. E quella dello scorreggione meritava di essere raccontata.
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