Si, avete letto bravo. Combattere e sconfiggere quel male incurabile che ha nome trappetta, è possibile. Non solo possibile, ma da oggi persino piacevole.
La trappetta - che prende il suo nome dall'inglese trap per indicare appunto la trappola, l'insidia - è stata classificata come la terza causa di morte, dopo l'AIDS e il deltaplano. Trattasi, per chi ancora non ne fosse a conoscenza, di quell'apparentemente innocuo "sgambetto"che un essere umano inferisce a un suo simile per puro sollazzo e solo nei casi più gravi, per malvagità.
In realtà, dalle prime testimonianze artistiche rinvenute nelle grotte di Toirano (SV), fin dall'alba dei tempi gli uomini primitivi hanno sfruttato le devastanti potenzialità delle trappetta per cacciare e procurarsi del cibo. Nei rudimentali disegni rupestri è facilmente intuibile il sistema che permetteva ai nostri antenati di uccidere animali anche di grandi dimensioni, come ad esempio il mammut: un gruppo di cacciatori lo scovava e lo costringeva a seguire un percorso pianificato; in un punto preciso, uno dei cacciatori che si era staccato dal gruppo, si acquattava contro una parete di roccia, esponendo il solo piedino sinistro. Per la legge fisica della leva sfavorevole, il mammut intimorito che percorreva a grande velocità il sentiero dell'agguato, al contatto della sua zampa posteriore destra con il piedino sinistro dell'uomo, perdeva improvvisamente l'equilibrio, ribaltandosi e cappotandosi malamente su se stesso e andando incontro a sicura morte, per il ludibrio dei cacciatori e di tutta la tribù.
Più recentemente, si è ipotizzato che la famosa congiura ai danni di Giulio Cesare non sia stata altro che un innocuo momento di cameratismo, il classico "chi ce l'ha più lungo" tra maschi adulti. Risate, sfottò, schiaffi, sputi e insulti, fino alla drammatica trappetta di Bruto in Senato, che fece rovinare Cesare (già debilitato) sulle scale di marmo. Un tragico incidente poi "camuffato" da congiura, con 23 coltellate inferte al corpo già privo di vita del console e futuro re romano. Nel 44 a.C. la trappetta infatti era severamente perseguita: colui che veniva riconosciuto colpevole di tale reato, veniva condannato a sguazzare per 13 lunghi anni nella Cloaca romana. Molto meno pesante il trattamento riservato ai congiurati: 3 giorni alle terme di Caracalla, a mezza pensione. Beh, dai, mica male.
Da oggi, anzi dall'altro ieri, la trappetta fa un po' meno paura. Anzi, fa quasi sorridere. Vi dirò di più, fa sbellicare dalle risate. "Ho assistito giusto qualche giorno fa ad una tipica scena da trappetta", spiega il Dott. Dino Palla dell'Università di Roreto di Cherasco, "e ragassi, è sempre la stessa storia: inisia come uno scherso e si trasforma in una tragedia. Ricordo che scelsi medicina proprio per contrastare la trappetta, di cui in passato fui vittima: un mio compagno di scuola me la fece mentre stavo camminando e cadendo mi spaccai il legno verde". Una vita dedicata alla ricerca, anni e anni di sperimentazione fino alla scoperta che cambierà il modo di concepire la trappetta. Il luminare: "L'ho testata proprio l'altro ieri. Un ragasso ha fatto la trappetta ad un amico, durante una partitella di basket. La vittima ha reagito molto male, girandosi minaccioso e sibilando - Cosa fai? Sei scemo o cosa? Credevo che fossi scemo ma non fino a questo punto! -. Già, perché oltre al malessere fisico, la trappetta genera astio. Comunque è stata un'ottima occasione per testare la mia invensione: il riavvolgitore di tempo". Abbiamo capito bene? Il Dott. Dino Palla ha davvero inventato un c***o di riavvolgitore del tempo? "Ebbene si. E' un congegno non più grande di una credensa, facilmente trasportabile che agisce sul circuito spasio-temporale, deformando le stringhe che legano la realtà e riportando le lancette dell'orologio indietro di qualche secondo. Ha funzionato a meraviglia. Tant'è che le prime parole della vittima sono state al miele: - Con adry (il colpevole, ndi) nessun problema già chiarito tutto, stima e affetto immutati -. Come volevasi dimostrare. Sono al settimo cielo. Sensasionale!". Problema risolto. Chi ha più paura della trappetta? Trappetta, sucaaaaa!
A chi ipotizza applicazioni differenti e più importanti per il miracoloso riavvolgitore di tempo, Dino Palla risponde così: "Perché, esiste forse qualcosa di più importante della lotta alla trappetta?". Esultano gli studiosi e tutte le vittime da bullismo. Barriscono di gioia gli eredi dei mammut. E pure il legno verde, in commosso silenzio, versa una lacrima di felicità.
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