lunedì 29 aprile 2013

Un finale fuori dall'immagiMario

E' notizia di qualche giorno fa: è finita Mario, la serie che ha infiammato la curiosità dei fan di Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda.
Che - e si parla a titolo puramente, anzi, squisitamente personale - ci ha divertito parecchio, come forse direbbe uno dei due fratelli Peluria. Poiché, come già dimostrato in altre occasioni, il calvo comico è capace demiurgo, essere perfetto in grado di emanare idiozia. Non è possibile rimanere indifferenti di fronte alla rubrica Come non eravamo, solo per fare un esempio: la narrazione di Nevio Nipoti smuove le corde giuste, tira con maestria i fili della risata. Si pensi all'ultima puntata: camera su un campanile, campane in movimento; sostituzione dell'audio originale con suono di armonica e commento di Nipoti: "Una campana suona l'armonica". Eccolo, il segreto: spunti comici talmente semplici da risultare disarmanti. Insomma non siamo di fronte, per dire, a un Luttazzi (mito e ti prego, torna!):

Secondo una recente statistica, l'80% degl'Italiani NON sa la matematica... pensate, quasi la metà!

La freddura è molto bella, ma c'è da riflettere. Nelle sequenze di Mario e prima ancora dei leggendari La Febbra, Ma che cazzo dico, Burle, ecc. vige al contrario un'assoluta immediatezza (battuta-risata). Un meccanismo che si palesa, - con note di cicuta - tra gli altri, nella figura di Oscar Carogna, il classico reporter d'assalto, a caccia di brutali omicidi e storie raccapriccianti. Al grido di "Ironia della morte", Oscar incarna, malheuresement, la reale morbosità di certuni di fronte alle disgrazie: l'ostinazione con i parenti addolorati, la smania di apparire in video, la spettacolarizzazione della morte, il macabro senso di vertigine causato dalle ricostruzioni. Cliché ("Sono stati gli Zinghiri!"), strafalcioni grammaticali, testimoni più meno attendibili ("Come...na catapulta!"), rendono particolarmente desolanti noti e sedicenti telegiornali, approfondimenti e talk show nostrani.
Ma non siamo qui per analizzare o inquadrare - e imprigionare - le 18 puntate di Mario in un saggio breve. Interessa invece interpretare il pazzesco finale di stagione, che molti interrogativi ha suscitato anche nella piccola comunità di Arnese. Il dubbio è: le disavventure del pluritelegattato sono state davvero create a fini di reality ("Scherzi a Mario") e dunque la sparizione di Buonanima, la sciabolata, Lord Micidial e tutto il resto? O la confessione alla Darth Vader di Rupert Sciamenna corrisponde a realtà? Tutto farebbe pensare alla seconda ipotesi, visto e considerato il brusco, nebuloso e bagnato risveglio per mano di Ginetto che esclama: "Ti sei svegliato, fratellone!". Molte righe sono state scritte, tanti i fan delusi, numerosi i punti interrogativi. Vado controcorrente, ovviamente dritto peddritto, ma partirei dall'allontanamento di Ozio, abilmente ingannato da uno specchio. Infatti, per chi non fosse stato sufficientemente attento, uno dei due portantini assomiglia in maniera inquietante allo scomparso Buonanima. Vedere per credere.



Ma Paolo Buonanima in definitiva, non aveva seguito lo svolgimento dei fatti dal camper degli autori? Perché Ozio è stato allontanato? In che modo avrebbe potuto interferire con il reality? No, un momento, avevamo presa per buona l'ipotesi dell'incubo. Mi ero distratto. Non c'entra niente, ma date un'occhiata allo screenshot qui sotto: è tratto da una scena di Giovanna d'Arco, pellicola del 1999 diretta da Luc Besson. 






Marco Travaglio non l'ha mai dichiarato, ma ha chiaramente fatto la comparsa a fianco della splendida Milla Jovovich che a sua volta vestiva i panni della Poucelle d'Orlèans. E ha fatto male a tacere, perché la barba gli dona parecchio. Dov'ero rimasto? Ah si. Ah no. Non so perché mi sia imbarcato in questa noiosa filippica. Interpretare non è esattamente il mio secondo nome. Soprattutto in fatto di cellulosa. Un impietoso aneddoto fornirà una migliore comprensione della mia debolezza. Avete presente The Unbreakable, Samuel L. Jackson e Bruce Willis, l'uomo più fragile contro l'uomo più forte? Pensavo fosse tratto da una storia vera. E solo perché prima dei titoli di coda compaiono alcune righe di testo che fungono da epilogo, del tipo "Tizio è stato arrestato, ha scontato una pena di tot anni, attualmente vive nel Wisconsin". Finché non arrivò un illuminante sms da una mia ex compagna di liceo. Che recitava

Ieri ho visto Topolino e il fagiolo magico...bellissimo...e tratto da una storia vera, tra l'altro...

La verità fa male. All'orgoglio. Per quanto riguarda Mario, è forte il sospetto che questa sia stata solo la prima di un numero non ben precisato di serie. Le tesserine torneranno pian piano al loro posto, come, comeeee ... na mosapulta! 
Spengo il portatile. Lo sollevo dal panno su cui era poggiato. Inorridisco




Ieri sera ho incontrato mia sorella Melanie Micidial nel corridoio, l'ho portata in bagno in un secondo e gliel'ho but ... Splash! "Ti sei svegliato fratellone!"

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